Una colonna di macchine che non si vedeva dai tempi della caduta del muro di Berlino.

Una dietro l’altra, centinaia di autovetture attendevano pazientemente di essere traghettate in Sicilia.

È questa la scena cui si è assistito ieri sera a Villa San Giovanni.

In barba ai decreti e agli avvisi di non mettersi in viaggio e non abbandonare il proprio Comune di domicilio, se non per gravissimi e comprovati motivi.

Le immagini dell’esodo biblico sono subito rimbalzate sui social, come sempre in questi casi, dando luogo all’ormai classico coro di proteste bipartisan sull’irresponsabilità dei viaggiatori.

Tra richieste di intervento dell’esercito e plateali minacce di blocco dei traghetti, a tarda sera è arrivato infine il chiarimento.

“Erano appena stati sfornati gli arancini”, chiarisce un addetto alla ristorazione delle caronti.

I famigerati arancini delle navi traghetto!

E come resistere alla tentazione di assaggiarne uno caldo caldo? In tempi di quarantena poi!

Ecco chiarito l’arcano: non si trattava di persone in fuga verso la Sicilia, ma di affamati cittadini provati da due settimane di chiusura delle rosticcerie siciliane e calabresi.