“Ehm, scusate un attimo…”

È un Salvini paonazzo in viso quello che incrociamo a margine di un comizio elettorale nella Piana di Gioia Tauro.

“Non mangio da due giorni e mi presentate questo buffet!”

Inghiotte nervosamente e si guarda intorno il leader della Lega.

“Sto cercando di mantenere la mia promessa di digiuno…”

È il suo modo di protestare per il probabile processo sul caso Gregoretti.

Lo hanno seguito in migliaia in questo suo sciopero della fame, non può tradirli in diretta nazionale.

Eppure!

Eppure ‘nduje, salamini, fette di soppressata, pecorino e pancetta sono là. Ad un passo da quelle papille gustative che da tre giorni non sentono cibo e sapori.

Acquolina in bocca e l’olfatto che lavora a mille.

Giusto un pezzettino, dai. Per assaggiare…”

Matteo crolla davanti a tutte quelle prelibatezze, ma una fetta tira l’altra, si sa, e in breve il piatto è bello e pulito.

“Pausa!! Stop, stop!”

Salvini, accortosi della cazzata appena fatta, scappa a gambe levate e cerca di stoppare le telecamere, ma ormai il danno è stato fatto.

Anche se i suoi elettori e fan, c’è da giurarselo, gli perdoneranno anche questa.

Che a ben pensarci è il voltagabbana minore nella carriera del leader padano.