Sono le otto, ma sembrano le nove. Anzi no, com’era?

In tempo di alienazione da quarantena ci mancava solo il cambio di orario.

Uno spostamento in avanti dell’orologio che manda ancora più in crisi il bioritmo degli italiani.

Che anno è? Che giorno è? Direbbe Lucio Battisti.

Che ora è? Ci aggiungiamo noi.

È già ora di cena? Come? In realtà sono le sette? Ma io ho già fame!

E così tra un’incertezza e l’altra, la quarantena si trascorre tra i fornelli o a pizzuliare dal frigorifero.

Per sicurezza, che mangiare non è mai sbagliato.

E va a finire che nel dubbio tra spostare indietro o avanti l’orologio, l’unica a muoversi in avanti è la lancetta della bilancia.

Che da lancetta a pancetta, in Calabria poi, è proprio un attimo.