A mali estremi, estremi rimedi, direbbe qualcuno.

Bisogna fare di necessità virtù, risponde un altro.

Ed è dall’unione di questi due modi di dire che nasce la storia incredibile che vi stiamo per raccontare.

Già perché il male estremo è il giro di saluti dei parenti, e la necessità è l’epidemia di Coronavirus.

Così, shakerando bene questi due elementi, un fuorisede calabrese di rientro a casa si è inventato la scusa perfetta per non vedere nessuno.

“Mi dispiace zii, cugini e vicini di casa, ma sono positivo al Covid”.

E ti eviti con quattro paroline magiche gli estenuanti giri a salutare i parenti.

’Quando sei arrivato?’ ‘E quando riparti?’ ‘Ti facisti zitu? ‘E quando ti sposi?’

Domande che ti mettono davanti alle tue responsabilità, smielati convenevoli e miriadi di non detti.

Ma andatevene tutti a…

E invece no, questa volta non si ingoia nessun rospo e non si manda a quel paese nella propria mente nessuno.

Stavolta, quest’anno, in questo 2020 infausto, almeno c’è la scusa perfetta.

“Volevo tanto passare a salutarvi, ma sono positivo al Coronavirus. Mi dispiace”.

E poco importa se dopo due ore ti incrociano sulla strada che porta al mare.

Il rischio di fermarti a salutare stai sicuro che non se lo prendono…