Quando si dice la sfiga!

Quanto accaduto a un impiegato pubblico calabrese è da Oscar per la sfortuna.

Due mesi trascorsi in perfetta salute in smartworking, ovvero sul divano di casa, e quando finalmente arriva il momento di rientrare in ufficio… tac: un senso di malessere improvviso.

Era pronto Giovanni B. a tornare ad occupare il suo posto tra le fila della mamma PA. Dopo sessanta giorni di scrivania casalinga ci teneva anche a tornare alla sua vecchia routine macchinetta del caffè/cortile interno a sfumazzare.

E invece niente! Sfiga bastarda.

La camicia stirata dalla moglie (contenta di averlo fuori dalle balle per otto ore), la borraccia in alluminio dello Statale con la scritta ‘Ndi ‘mbivisti acqua i puzzu, per far sorridere un po’ i colleghi e la valigetta in pelle contenente i vecchi appunti dell’Università.

Era tutto davvero pronto, quando alle 17.36 di domenica quel senso di vuoto allo stomaco.

Maledetta gastrite e maledetti problemi digestivi.

Due mesi sano come un pesce, record di nessun giorno di malattia richiesto, e adesso mi devo sentire male.

Ma guarda tu!

‘Meglio evitare di andare in ufficio domani’, alla fine si arrende Giovanni.

Anche lui vittima di quella che in gergo si chiama ‘la febbre della domenica sera del impiegato pubblico calabrese’.