C’è un modo di dire molto colorito a Reggio Calabria.

Si utilizza come estrema ratio nei casi in cui la sfiga sembra accanirsi su una persona.

“Mamma mia! Ma vai a farti pisciare da una bagnarota!”

Richiamando un antico rito, si invita, infatti, il malcapitato a fare una visitina a Bagnara Calabria per farsi – letteralmente – urinare addosso da una donna del luogo.

Pare infatti che l’urina contenuta nella vescica delle bagnarote abbia un effetto taumaturgico anti-sfortuna.

E più di un calabrese ha seguito, negli anni, alla lettera l’invito, recandosi di persona nella ridente cittadina del tirreno reggino per sottoporsi al rito.

Tra credenze popolari e sfottò, il modo di dire ha resistito fino ai giorni nostri, assurgendo agli onori della cronaca adesso, in tempi di Coronavirus.

Già, perché nei dati sui contagi, forniti quotidianamente dalla Regione Calabria, balza subito all’occhio l’assenza della casellina contenente i casi di Bagnara Calabra.

La ragione è semplice: a Bagnara il Coronavirus non ha attecchito.

E il motivo? Forse è da ricercarsi in quella cura miracolosa, in quella pioggia dorata custodita gelosamente dalle comari?

E mentre i cittadini di Bagnara gongolano della loro immunità, la comunità scientifica studia il caso del comune reggino.

È stato forse trovato l’antidoto al Coronavirus?

Nel dubbio una pisciata di una bagnarota non fa mai male ed è consigliata, anche ai meno feticisti.