“Date una medaglia a quest’uomo”, a parlare è Eugenio, dirigente pubblico calabrese.

Ad essere meritorio di un tale riconoscimento è Paolo P., un impiegato del suo dipartimento distintosi per un comportamento esemplare.

Ma cosa ha fatto Paolo per meritarsi addirittura il premio di Impiegato dell’anno?

Ha lavorato consecutivamente per 16 ore? Ha risolto il problema endemico dell’assenteismo? Ha fatto aggiudicare alla Regione un bando milionario?

Niente di tutto questo!

L’eroico impiegato si è distinto per un’impresa ancora più elevata: si è immolato per i colleghi.

Gia, perché Paolo ha contratto il Coronavirus e messo fine alla piaga del rientro in ufficio.

“Abbiamo chiuso, grazie a lui. Siamo tutti in quarantena!”

Commenta entusiasta il dirigente.

“Si è sacrificato per noi!”

Adesso tutti a casa e fine dei giochi, si riprende con lo smartworking dal divano di casa.

“Rientrare in ufficio dopo il lockdown è stato un trama peggiore del primo giorno di scuola da bambini”.

Racconta un collega, adesso infinitamente grato a Paolo.

È un eroe”, scandiscono in coro i colleghi.

E il premio di impiegato dell’anno è tutto suo!