Gli slogan, si sa, sono una delle quintessenze della politica.

Testi, musiche e anche balletti riescono a spostare consistenti pacchetti di voto.

Ricordiamo l’inno di Forza Italia, da alcuni analisti considerato una delle colonne portanti nella vittoria di Silvio Berlusconi nel ’94.

O anche il “Meno tasse per tutti”, per arrivare al Vaffa Day e “Il vento sta cambiando” di periodi più recenti.

La scelta del proprio motto elettorale, dunque, è uno dei momenti più importanti di ogni candidato.

“Ce la faremo!” “Di me ti puoi fidare”

Voglio scrivere la storia!” come nel caso di un candidato alle regionali calabresi.

Succede, però, che il candidato sia un analfabeta e vorrebbe anche scriverla la storia, ma… non può.

Non è proprio fisicamente in grado.

Tocca correre subito ai ripari: il candidato non sa leggere e scrivere, come fa a scrivere la storia?

Momenti di panico in segreteria elettorale.

Bisogna trovare subito un altro slogan, qualcosa che sia in linea col profilo del candidato.

“Sostienimi?”

“Già lo dici a tutti di persona”

Votami o ti minu?”

“Mmm, anche meno…”

Cchiu pilu pi tutti?”

“Troppo inflazionato”

Un bel rutto?”

“Ecco, forse ci siamo!”

Già, un bel buuuurpppp stampato sotto il faccione sorridente.

E abbiamo lo slogan aderente al profilo, e alla qualità, del candidato!