Parte l’estate e con lei parte la grande stagione calabrese delle risse.

Botte, botte da orbi, botte in tutte le salse.

Schiaffi, fantalate, maschiate, scorce di collo, calci, puntate e pugna.

Colpi alti e colpi bassi di tutti i tipi.

Dieci contro uno e uno contro tutti.

Come la rissa di questo fine settimana a Reggio Calabria, un’orda di ragazzini inferociti contro il malcapitato di turno.

Che spettacolo edificante, che magnifica gioventù.

Dicono così i grandi, i quaranta-cinquantenni, gli indignados della movida.

Inorridiscono di fronte ad uno spettacolo che in effetti fa inorridire.

Ma non sanno, meglio: ignorano.

Fratelli maggiori, genitori e cittadinanza tutta non sanno che quei giovinetti – in realtà – dibattevano per un’ideale.

Uno scontro ideologico, un alterco alla cui base ci sarebbe una differenza di vedute su una delle opere più controverse di Sigmund Freud.

L’Io e l’Es‘, opera rivoluzionaria e contraddittoria del padre della psicanalisi.

Tra conscio e inconscio, tra Io e SuperIo, il dibattito tra i ragazzi si accende e trascende.

“Un individuo è per noi un Es psichico, ignoto e inconscio, sul quale poggia nello strato superiore l’Io”

“Ma quando mai? A vincere è sempre la volontà dell’Io!”

E giù, dalle parole ai fatti: calci, pugni e spintoni.

Che meraviglia di ragazzi.

Così appassionati dallo studio, da arrivare alle mani per difendere un ideale.

Il futuro di Reggio, della Calabria, è nelle vostre mani.