Panico, pa-pa-nico, pa-pa-nico, PAURAAAA!

Il tormentone disco di qualche estate fa deve essere risuonato nella mente di migliaia di fuorisede calabresi ieri sera all’annuncio della ‘messa in quarantena’ della Regione Lombardia.

Valigia fatta in quarantacinque secondi e dritti in stazione Centrale: si torna in Calabria.

In barba ai divieti e al buonsenso, un’orda di ragazzi si è radunata per prendere l’ultimo treno utile per il sud.

Una genialata, in effetti: tornare per appestare i parenti e, in caso di positività futura, scegliere di farsi curare nella regione messa peggio a livello sanitario in Italia.

Donne e uomini che hanno scelto di imbarcarsi su un treno e rientrare in fretta e furia, mettendo a rischio la salute dei propri cari giù e rischiando di sovraccaricare il già depresso sistema ospedaliero calabrese.

Niente feste, dunque stavolta per il rientro di figli e nipoti, come accade ad ogni agosto e Natale.

La risposta sta tutta nella nonna calabrese che vedendo il nipote correre ad abbracciarla ha urlato: “Cacciati chi si ‘mpestatu! Certo che sei proprio un coglione