Presenziava in commissione pur ritrovandosi quasi sempre da solo.

Percepiva rimborsi per aver davvero dato tutto alla sua città.

Queste e altre nefandezze alla base di un’indagine per truffa e falso che ha portato un consigliere comunale di Catanzaro a parlare, senza remore.

Non ce la faccio più a tacere. Sì, va bene, ho lavorato! Era più forte di me, non riuscivo a raggirare l’amministrazione e a strafottermene del mandato dei cittadini. Ho fatto il massimo per la mia comunità, mettendo a frutto idee e voglia di fare. Ho sbagliato, pagherò“.

Questo un estratto della confessione-fiume di Teodoro Ligi che ha lasciato di sasso inquirenti e opinione pubblica.

Del resto, le prove che inchioderebbero Ligi sono schiaccianti: verbali da cui traspare l’effettivo impegno del consigliere, interventi accorati in aule deserte e documenti protocollati con proposte lasciate ad ammuffire.

Ligi rischia adesso una pesantissima condanna a 7 anni di reclusione, da scontare presso gli uffici regionali in cui gli impiegati si pregiano di non fare una ceppa:”Gli faremo vedere come si fa! Si pentirà di aver lavorato!