“Prendermi la licenzia media prima? Magari!”

Lascia trasparire un po’ di commozione nelle sue parole, Domenico.

Una vita sacrificata al lavoro e poco tempo per dedicarsi allo studio.

Una storia neanche tanto rara, un destino comune di tanti nostri nonni in quegli anni – neanche tanto lontani – in cui si doveva scegliere tra studio e lavoro.

Bisognava portare i soldi a casa presto, e quindi succedeva che si era costretti a lasciare la scuola subito dopo le elementari.

Il lavoro nei campi, poi gli impieghi a giornata, infine la sistemazione in qualche ente pubblico o para-pubblico.

Come Domenico, un posto da ingegnere alla Regione Calabria, arrivato nei ruggenti anni della Democrazia Cristiana.

Decenni di vacche grasse, per la nostra regione, e di un settore pubblico mega sovradimensionato.

Anni di lavoro, di straordinari fittizi, di scatti di anzianità e di promozioni facili.

Anni duri, poi alla fine – dopo la pensione – quel sogno nel cassetto: la licenza media.

Finalmente ce l’ha fatta, Domenico, dopo mezzo secolo di rinvii, eccolo il tanto agognato esame.

Passato a pieni voti, manco a farlo apposta.

“D’altronde ero ingegnere!”, gonfia il petto Domenico.

Ed è una bella storia di riscatto che viene dalla nostra terra.

Perché non è mai troppo tardi per mettersi a studiare e togliersi le proprie soddisfazioni.

Ma Domenico non si ferma qui!

“Il prossimo obiettivo? Magari il diploma di maturità, tra qualche anno, però! Fatemi riposare!”

E la laurea? Magari in ingegneria

“Quella me la sono conquistata sul campo“, ribatte orgoglioso l’anziano.

“Dovrebbero darmela honoris causa!”

E, in effetti, come dargli torto?!