Nuovi modi di comunicare.

Nell’era delle iper-connessioni social se ne inventa ogni giorno una nuova.

Emoticon, gif, stickers, corsivi e grassetti. Sono le ‘immagini’ che possiamo aggiungere alla fine di un testo, piccole icone che colorano e rendono più espressive le nostre conversazioni.

Simboli che diventano sempre più specifici e inclusivi. Tutto ha avuto inizio con la faccina gialla (in stile Simpson), per arrivare oggi a tutte le gradazioni di colore del volto umano.

Gamma di opzioni che si allarga di anno in anno, abbracciando tradizioni locali e modi di fare e di dire super-territoriali.

Ed è così che, per esempio, per i calabresi  sarà presto possibile dire per immagini “Cu siti?” e ancora “A cu’ apparteniti?”

Due espressioni molto in voga nella nostra regione, specie nelle aree più remote e arcaiche.

Whatsapp si apre, dunque, alle vecchie generazioni. Ai mitici cinquantenni sul web tanto canzonati, ma intorno ai quali evidentemente gira un bel pezzo di economia.

Nonne, zii e anziani in generale che da oggi, quando arriverà loro un messaggino da un numero che non hanno in rubrica, potranno rispondere sospettosi: “Cu siti?” “A cu’ apparteniti?”