Alzi la mano il fuorisede calabrese che non si è già organizzato tutti i week end da qui a Pasqua ‘per scendere’.

Alzi la mano chi ancora non sa in quale giorno prima di Natale prenderà il treno o si metterà in macchina per tornare in Calabria.

Aspettate che vi conto: 1, 2, 3, massimo 7 persone su decine di migliaia di calabresi ‘all’estero’.

D’altronde è risaputo: alla prima occasione utile, appena si hanno due giorni (ma anche uno) il primo pensiero è tornare a casa da mamma e papà.

Per tutti tranne per lui.

F.B., il nome criptato per motivi di sicurezza, invece, ha pensato bene di organizzarsi un bel viaggetto con la ‘zita di su’ nientepopodimeno che a Parigi.

Udite udite: invece di rientrare a casa a passare 48 ore con i suoi e fare scorta di golosità calabresi, il signorino ha preso l’iniziativa – o peggio si è fatto influenzare dalla fidanzata – e ha prenotato per tre giorni nella capitale francese.

Mai smacco fu più grande!

“Ma come ti è venuto in mente?!” “Traditore della patria!” “Pezzo di merda”

Sono solo alcuni degli epiteti più dolci che si è visto rivolgere Fabrizio da parenti e amici di giù.

Anche se vivi da 11 anni a Roma o Milano e anche se è un ponte per modo di dire perché ci sarebbe solo il venerdì’ di festivo, DEVI scendere in Calabria.

La principale regola non scritta nel manuale di sopravvivenza del fuorisede. Un reato infamantissimo, non tornare giù, che prevede pene pesantissime.

A processo subito! Davanti ad una giuria composta da calabresi fedeli alla patria e da genitori col cuore spezzato.

La condanna per Fabrizio è esemplare: fuori dallo stato di famiglia subito.

Niente più paghette di 200 euro mi ti ‘ccatti chiddu chi voi, niente più telefonate alle 23 per sapere se hai cenato, ma soprattutto niente più pacchi da giù.

La famiglia, che considerata la tipologia particolarmente vergognosa di delitto ha preferito rimanere anonima, ha però voluto rendere pubblica la storia.

Perché sia da esempio e monito per tutti quei fuorisede che allontanandosi dal focolare domestico si azzardino a mettere troppo ‘u peri i fora’.

Dovete tornare a casa, sempre, estate e inverno, alla prima occasione.

Anche se delle 72 ore libere da lavoro ne passate 22 in treno e altri due giorni vi serviranno al rientro per riprendervi dal viaggio.

D’altronde, parafrasando Enrico IV, Parigi sarà pure una delle più belle capitali europee ma ‘val bene un pacco da giù’?