“È stato un momento di debolezza. Non so come mi sia preso: ho visto quel trattore parcheggiato lì e non ci ho visto più”.

Esordisce così Francesco P., spiegando le ragioni di un gesto che in queste ore sta indignando e scuotendo la Calabria.

“So di aver sbagliato, ho già il mio sussidio e in più arrotondo col nero, ma il richiamo dei campi è stato fortissimo. Volevo smuovere soltanto un po’ la terra, avevo visto una dei solchi mal allineati, ma non cerco giustificazioni. Dico solo che non ho fatto male a nessuno, alla fine è stata una bravata senza conseguenze”.

Ne è perfettamente consapevole, Francesco, perché è stato proprio un colpo di testa quello che stamattina lo ha fatto montare su un trattore parcheggiato in Contrada Marradoti a Gioia Tauro.

Proprio lui, un falso bracciante agricolo con il 70% di invalidità per un’epicondilite mai curata al gomito destro, che si mette a fare per davvero il bracciante agricolo.

Il colmo dei colmi.

Non cerca alibi, Francesco, riconosce lui stesso l’incoscienza del suo comportamento.

“Ho lavorato tanto per non lavorare. Mi ero fatto assumere fittiziamente e poi licenziare: prendevo il mio bel sussidio in attesa di essere riassunto e poi rilicenziato. Adesso ho mandato tutto in fumo…”

Pizzicato dalla Finanza e denunciato a piede libero, il 46enne originario di Delianuova non riesce proprio a farsene una ragione.

“Chiedo scusa a tutti, principalmente ai miei figli: la prima cosa che farà sarà dire a loro di non seguire il mio esempio. Sento di aver buttato via anni trascorsi sul divano e in sala scommesse. Mi appello alla clemenza dell’Ispettorato: spero adesso non mi tolgano l’assegno di disoccupazione o, peggio, mi costringano a lavorare per davvero”.

Una storia senza lieto fine per adesso, quella di Francesco.

L’ennesimo esempio di come un momento di debolezza possa mandare all’aria un’intera esistenza ormai ben incanalata sui binari della sacra nullafacenza.