Una tranquillo Natale di paura.

Si potrebbe intitolare così il pranzo natalizio di una famiglia di Locri.

Un preludio che nulla faceva immaginare un simile evolvere degli eventi.

Una cucina, un tavolo e un lavabo con intorno le donne di casa. Tre generazioni a confronto: nonna, mamme e nipoti. Le più piccole ad apparecchiare, le anziane a coordinare i lavori e le figlie di queste a cucinare.

A fare quei lavori di fatica tipiche delle ricette calabresi: impanare, imbottire, tagliuzzare, friggere.

Tutto secondo le regole della tradizione culinaria regionale. Tutto fino a quel gesto inconsulto: mettere la Simmenthal dentro i cannelloni.

Eresia!!!

La carne in scatola dentro la pasta!

Ed è a quella vista che l’anziana di casa, nonna Melina, perde immediatamente i sensi.

Una pratica in effetti per lei insopportabile anche solo al pensiero.

Ed è così che tra tentativi di rianimazione, la donna colpevole dell’utilizzo improprio degli ingredienti è stata radiata a vita dalla cucina.

Mentre l’anziana, fatta rinsavire annusando un pezzo di cipolla rossa di Tropea, ha in breve ripreso le redini della situazione conducendo in porto un pranzo cucinato secondo le più ferre regole della tradizione calabrese.