La maturità è un momento importante nella vita di ogni persona, un vero e proprio spartiacque esistenziale, e sul tema si sono scatenati poeti, cantanti e scrittori.

Da ‘Notte prima degli esami’, prima canzone e poi film, a ‘Compagni di scuola’, l’elenco delle personalità artistiche che si sono confrontate sull’argomento è davvero lunga.

Non mancano poi gli appelli: dal Presidente della Repubblica in giù, fino al preside dell’Istituto, ogni anno le raccomandazioni e i consigli si sprecano.

Sono tutti concordi: la maturità è un momento da vivere con serietà, ma anche con leggerezza. È una tappa conclusiva, ma anche l’inizio di un nuovo percorso.

Ed è proprio alla fine dei test scritti che arriva inaspettato l’appello di una delle personalità più forti e rappresentative della Calabria, e perché no dell’Italia tutta: la ‘ndrangheta.

“Non abbiate paura di fare scena muta”, si apre così la lettera recapitata ovviamente in anonimo al Provveditorato degli Studi di Lamezia.

“Vi siete già esposti abbastanza agli scritti, quello può anche andare bene perché è la forma dei messaggi in codice e dei pizzini, ma agli orali prestate attenzione”, continuano i capicosca riuniti.

“Testate la vostra capacità di resistere agli interrogatori e alle pressioni. L’omertà deve essere il vostro punto d’orgoglio. Anche se sapete, tacete! Avvalervi della facoltà di non rispondere è un vostro sacrosanto diritto”.

La maturità come test d’omertà per i nuovi picciotti, insomma.

La ‘ndrangheta vi osserva e vi saluta, in poche parole.

Un messaggio inquietante che rischia di fare breccia in molte zone della Calabria.

Parlate, invece.

Parlate, allungate il brodo, date prova di dialettica, dimostrate il vostro sapere, la passione e la curiosità che ci avete messo nell’imparare.

È questo, invece, il nostro appello.

Che muti e zitti stiano solo i conigli e i coglioni.