“Oh, France’! Buongiorno! Da quanto tempo non ci vediamo!!”

È iniziata così, da un incontro casuale, la storia che sta tenendo da tre giorni col fiato sospeso la Calabria.

Protagonisti due uomini, Vincenzo e Francesco, quarantenni cassaintegrati di Rosarno, paese in provincia di Reggio Calabria.

Un cappuccino scuro, un cornetto e un succo alla pera che da 72 ore tengono sotto scacco cassieri e avventori del centralissimo bar Mongiana.

“Guardi volevo prendere due sfoglie da portare e andare via, ma ho dovuto lasciare il conto in sospeso perché davanti alla cassa c’erano quei due che litigavano”, commenta, mentre si allontana, un cliente spazientito.

Evidentemente non del posto, visto che da queste parti ‘litigare’ per pagare il conto è abitudine consolidata.

Certo, forse non per tre giorni di seguito!

Già perché nessuno di ‘quei due’ ha intenzione di cedere per primo.

Per questioni di altruismo, ma soprattutto di onore.

“France’ non esiste: pago io!” “Scherzi, ti rissi chi u cafè è pavatu!” “Non scherzare proprio! Da qua non esci senza la colazione pagata!”

Nessuna promessa fu più vera.

“Secondo me alla fine pagherà Vincenzo, voi non lo conoscete, ma in queste cose si fissa. Preferirebbe gli tagliassero una gamba piuttosto che farsi offrire il caffè”. È sicuro Paolo, uno dei frequentatori più assidui del bar Mongiana.

“Vincenzo viene sempre qui a fare colazione ed esercita una sorta di ius prime culazionis, ci tiene ad offrire ai primi compari che incontra. Poi con Francesco davvero non si vedevano da anni…”

Una battaglia persa, dunque, quella di Francesco.

Una previsione avvalorata anche dalla teoria secondo la quale è il secondo ad entrare al bar a vedersi offrire la colazione da chi è già presente nel locale.

Una legge non scritta che in Calabria va per la maggiore, ma alla quale Francesco non parrebbe assoggettarsi.

“Cumpari Vicenzu, non zanniati! Non esisti, pavu ieu, ci tegnu assai!”

Tre giorni e due notti trascorse così, portafogli alla mano davanti alla cassa.

Arbitri imparziali della sfida i baristi che – intervallatosi a turni di otto ore – hanno provato a prendere i soldi una volta da uno e una volta dall’altro, trovandosi ogni volta di fronte ad un braccio di ferro senza vincitori.

E tra chi scommette e chi riprende la scena con dirette Facebook, è arrivato in serata anche il messaggio di Mattarella a tentare di dirimere la questione: ”Tornate a casa dalle vostre famiglie, state tenendo sulle spine una regione e un popolo: il caffè ve lo offro ad entrambi io!”

“Poti viniri puru u Papa! Non esisti: pavu ieu!” rilancia Vincenzo.

In un testa a testa che rischia di degenerare in sequestro di persona e che sembra ancora lontanissimo dal risolversi.