A cu canuscimu o Comuni?

È questo il grande interrogativo con cui oggi hanno iniziato la loro giornata migliaia di cittadini di Reggio Calabria.

“Nucciu non lavurava a Reges?”

“Il tuo amico Peppe non è cugino dell’assessore Taldeitali?”

Domande che corrono veloci di bocca in bocca, per citare Fabrizio De André.

Già perché dopo gli annunci in pompa magna di sindaco e consiglieri comunali circa la prossima pubblicazione non di uno, bensì di due diversi Bandi di concorso, in città non si parla d’altro.

L’occasione è di quelle più ghiotte: quasi duecento posizioni divise tra Comune di Reggio e Città Metropolitana, in una delle aree con il più alto tasso di disoccupazione d’Eurasia.

Duecento posti in una struttura che non vedeva bandito un concorso pubblico da almeno un lustro.

Duecento posti fissi e sicuri nella Regione del mito del posto fisso e sicuro.

Gli ingredienti perché la notizia diventasse virale c’erano tutti. Prima ancora di conoscere i requisiti di ammissione e i profili ricercati, è partita la ricerca del titolo di merito che più di tutti potrebbe garantire la vittoria finale: il famigerato cugno.

Il momento in cui mettere alla prova le proprie relazioni sociali, riscattare quel pacchetto di voti concesso al politico amico o semplicemente vedersi ricambiato un favore precedentemente concesso.

L’ora in cui ogni cittadino che si rispetti comprende il proprio valore, quanto quella promessa fatta o ricevuta in campagna elettorale si riveli infine veritiera.

Una città in fermento, quindi, Reggio Calabria. Un’eccitazione che travalica i confini provinciali e arriva ai migliaia di fuorisede ‘deportati’ al centro-nord che sognano oggi giorno il ritorno in madrepatria.

“Virimu si stavota me patri mi trova u cugnu”, sentenzia sibillino Marco, 37enne reggino da dieci anni in Capitale.

“Non ce la faccio più a vivere con altri cristiani in casa, lontano dal mio mare! Se potessi tornerei domattina, pure a fare lo spazzino”.

Un’occasione ghiottissima quella di un concorsone per 200 tra impiegati e quadri, con una platea che si preannuncia di almeno 1000 volte più alta dei posti banditi.

Ed è per questo che, in questa marea umana di candidati, avere una spinta potrebbe rivelarsi infine decisivo.

“Ho portato duecento voti a Coso, all’ex assessore, mio cugino lavora al Catasto e mio zio è pensionato del Comune. Haiu un cugnu i ‘cca a ‘dda ffora (Ho una raccomandazione molto consistente, ndt). Si non trasu stavota, non trasu ‘cchiu”, afferma Luigi, 35enne neolaureato di Campo Calabro.

‘Se non entro stavolta, non entro più’.

Già perché per un allineamento di pianeti e condizioni, non ultime le future elezioni comunali di ottobre 2019, il prossimo concorso al Comune di Reggio potrebbe essere bandito nel duemilamai.

E quella che si profila all’orizzonte nei prossimi mesi, sarà un’autentica guerra tra poveri condotta a colpi di chi ce l’ha più grosso… il cugno!