Se le ricorda ancora le sfide con la Reggina al Granillo, El Cholo Simone.

Nei primi anni Duemila era un giocatore della Lazio, erano gli anni degli stadi pieni e dell’entusiasmo di Reggio Calabria per i primi campionati serie A.

La torcida calabrese fatta di “Butt*** i to’ mamma” e tanto tantissimo rispetto per gli avversari.

Nessun fischio, nessuna ingiuria fino al settimo grado di parentela, giusto ogni tanto qualche seggiolino lanciato in campo. Ma solo dopo sette sconfitte consecutive. Un calcio che, in Calabria, raramente diventa una questione personale ed esistenziale. Quasi mai prende una piega drammatica.

Ed è a quel profondo spirito di fair play che il sanguigno allenatore dell’Atletico Madrid si è ispirato nel gesto che ha accompagnato la sua esultanza al primo gol contro la Juventus.

Lo spiega subito dopo la partita ai microfoni di Sky: “È stato un gesto istintivo, passionale, molto molto sentito. Vi meravigliate? Ho visto anche di peggio sui vostri campi di periferia! Mi sono ispirato ai maestri di calcio del sud Italia. Tra Reggio e Catania ne ho visti tanti. Uomini di sport d’altri tempi”.

Ho messo le mani sui genitali per dire che dobbiamo avere i coglioni, ma soprattutto per urlare un grandissimo ‘SUCAAAAA’ a tutti i tifosi juventini. È questo lo spirito del calcio che amo e interpreto. Me lo avete insegnato in Italia. Il mio calcio è semplice: pressing a tutto campo, puntatoni negli stinchi, gomiti alti e scozzettate sui calci d’angolo e quando segniamo un bel SUCUNIIII

Un Simeone senza freni e senza filtri, insomma.

Un omaggio, il suo, al calcio italiano e, a questo punto, ai compari calabresi.

“Il modo in cui si vivono le partite al sud è magico: ricordo ancora tutte le ingiurie e le minacce che ci venivano rivolte dagli spalti. E non solo dalla curva: anche dalla gradinata e dalla tribuna vip! I ‘va’ ‘mmazzati’, ‘ti mangiu u cori’, ‘sì ‘nu merda’ si sprecavano. E poi al gol mani che si alzavano e si abbassavano indicando il… ‘pacco’ e gridando, appunto: Suca!”

Una bella immagine, tutta la leggerezza e i colori del tifo calabrese.

Un’unione tra lo stile di gioco dell’allenatore madrileno e il fair play calabrese che, sarebbe proprio il caso di dire, ieri sera ha dato ufficialmente vita ad una nuova filosofia sportiva: il Chollismo.