Erano da poco passate le 12 di questa mattina, quando un grosso parapiglia ha gettato nel panico commercianti e avventori dell’affollatissimo Corso principale di Reggio Calabria. Quello che ne è seguito è stato un autentico fuggi fuggi che ha paralizzato il centro cittadino per ore in uno dei momenti più frequentati della festa patronale, quello delle frittolate.

Frutta secca sull’asfalto, salsicce e panini abbandonati sulle griglie, caddare lasciate al loro destino. La scena che si sono ritrovati davanti gli artificieri, prontamente giunti sul posto, è stata da film apocalittico.

Nessun ambulante rimasto dietro i banchi a servire, piatti lasciati a metà, fazzoletti che rotolavano sull’asfalto. Come durante un attacco nucleare o l’eruzione di un vulcano: tutto fermo esattamente al momento del disastro.

Tutto tranne l’ordigno che ha fatto scattare l’allarme.

Tutto tranne un uomo solo, fermo davanti al bancone di un gazebo.

Inebetito e ancora sotto shock, il quarantaseienne – originario di Reggio, ma da tempo residente nel varesotto – ha riferito agli agenti di aver semplicemente chiesto ad un ambulante il rilascio di uno scontrino.

“Sono qui in trasferta, mi serve solo per rendicontare le spese!” si sarebbe giustificato il presunto terrorista, subito condotto presso i locali del commissariato per procedere con l’interrogatorio.

Un’incoscienza e un’ingenuità che gli sono costate care: l’uomo adesso dovrà rispondere di calunnia, procurato allarme e provocazione su suolo pubblico. Oltre ad un DASPO che lo terrà lontano dalla città per almeno cinque anni.